streda 25. novembra 2009

Quando i medici uccidono


SME, un giornale d´opinione del mio paese, ha recentemente pubblicato l´articolo di professor Peter Singer, che insegna la bioetica alla Princeton university. L´articolo intitolato „Quando i medici uccidono“ critica fortemente alcune dottrine della Chiesa cattolica, affermando che sono più pericolose dell’eutanasia. L´argomentazione di Singer, però, si basa su presupposti sbagliati.

Singer cerca di mostrare, che l´argomento del versante scivoloso, usato spesso dai cattolici contro l´eutanasia volontaria, vale più contro la dottrina cattolica che contro l´eutanasia. Nel contesto dell'eutanasia, l´espressione versante scivoloso vuol dire, che approvazione dell'eutanasia volontaria potrebbe pervertirsi nelle uccisioni incontrollate dei pazienti. Singer, però, argomenta che queste preoccupazioni sono infondate: secondo lui uno dovrebbe essere più preoccupato per le conseguenze della dottrina cattolica, che portano ad un versante molto più pericoloso.

Singer documenta quest’affermazione sull'enunciato del papa Pio XII, il quale nell'anno 1957, rispondendo alla domanda d’alcuni medici, aveva abbonito l´uso dei narcotici che attenuano il dolore e la consapevolezza dei malati, ma allo stesso tempo accorciano la loro vita. Suo atteggiamento era confermato dalla Congregazione per la dottrina della fede nella Dichiarazione sull'eutanasia pubblicata nel 1980. Singer dice, che né Pio XII, né la congregazione accentuano abbastanza l´importanza del consenso volontario ed informato da parte degli ammalati prima dell'accorciamento della loro vita. I medici poi nel senso di questa dottrina possono facilmente abituarsi all'usanza dei mezzi palliativi senza chiedere il parere dei pazienti: questa abitudine può in una situazione d´emergenza pervertirsi nell'uccisione degli ammalati senza il loro consenso. La dottrina cattolica in questo senso come se pavimentasse la strada per le uccisioni intenzionali, pertanto contro la volontà dei pazienti.

Sull'esempio di un´ospedale statunitense colpito nell'agosto 2005 dall’uragano Catrina, Singer accenna come la dottrina cattolica può portare i medici allo slittamento: a New Orleans, Ewing Cook, uno dei medici dell'ospedale alluvionato “senza premeditazione” ordinò l´amministrazione di una quantità elevata di narcotici ai pazienti, i quali secondo il suo parere sotto le circostanze non erano in grado di sopravvivere l´evacuazione. Alcuni ammalati, che esplicitamente non volevano morire, hanno così perso la vita. Singer accenna, che uno slittamento simile può capitare al medico, che si dirige con la dottrina cattolica: abituato a non chiedere l´approvazione dell'ammalato prima di accorciare la sua vita con l´uso delle sostanze palliative, in una situazione di stress e dell'emergenza, il medico amministra una dose elevata dei narcotici ed uccide il paziente.

L´argomentazione di Singer, però, si fonda sui presupposti sbagliati. Sia il Papa Pio XII, sia la Congregazione per la dottrina della fede esigono l´approvazione dell'ammalato prima dell'amministrazione dei narcotici. Pio XII, nella sua risposta di 24. febbraio 1957, dice che i narcotici possono essere amministrati solo se non esiste nessun altro mezzo e se nelle circostanze i narcotici non impediscono all'ammalato l´adempimento dei suoi obblighi religiosi e morali. Poi continua dicendo che se il paziente rifiuta di adempire questi suoi obblighi, ma insiste sulla narcotizzazione lo stesso, il medico può procedere. Più avanti il Papa sottolinea, che naturalmente sarebbe “inaccettabile narcotizzare un paziente contro la sua volontà”. Il paziente allora non solo deve acconsentire l´amministrazione dei narcotici: il medico cristiano gli deve ricordare i suoi obblighi religiosi e morali.

Per quanto riguarda la Congregazione per la dottrina della fede, questa, nella Dichiarazione sull'eutanasia, ripete e chiarifica la risposta di Pio XII, accentuando pure, che l’eventuale morte del paziente in questi casi non è per niente desiderata né voluta – anche se con questo rischio bisogna contare e rendersene conto. L´inevitabile esigenza del consenso di paziente è sottolineata nelle affermazioni della stessa congregazione anche più avanti, quando parla dell'uso di mezzi e delle tecniche nella fase di sviluppo, la cui applicazione contiene rischi più elevati. L´approvazione del malato è necessario anche per l´interruzione della cura, se la sua applicazione sembra di non avere alcun effetto positivo. Sempre bisogna “tenere conto della volontà del paziente e della sua famiglia.”

In questo senso, l´affermazione di Singer, che i pensatori cattolici dovrebbero analizzare le conseguenze della propria dottrina, risulta infondata, anzi, ridicola. Singer farebbe meglio se studiasse prima la dottrina cattolica. Sua ignoranza, frasi tagliate dal contesto e presentazione delle menzogne come argomenti principali, di nuovo contraddicono e danneggiano la fama dei professori di Princeton.

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