utorok 29. decembra 2009

Dimentichate la caduta


Scommetto che saprei indovinare di che cosa avete parlato negli ultimi giorni. Tra i vostri temi sicuramente ce n’era uno che riguardava il Vaticano. Non vi è sfuggita la notizia dell'assalto al Pontefice durante la messa di notte, giusto? E siccome leggete i blog, scommetterei pure che lo avete guardato su you-tube quando n’avete sentito parlare. Certo, l´ho fatto anche io. Per essere aggiornato, perché ne parlavano veramente tutti. Amici e ecclesiastici. Familiari e cardinali. Eppure le suore. Con tutto il cuore. Anche ieri i giornali erano pieni delle domande – cosa succede con la ragazza, perché l´ha fatto, cosa si fará per la migliore sicurezza del Santo Padre, quali saranno i cambiamenti nelle misure della protezione e cosi via.

Le prime risposte del portavoce Vaticano mi hanno rotto le scatole. Non si trattava di un´assalto, la ragazza voleva solo salutare, affermava Federico Lombardi. Ma come salutare, ho brontolato molto scontento. L´ho visto, il “saluto”! E non era la prima volta! Poi ci ho pensato un po'. Dopo qualche tempo sono venuto a dare ragione a padre Lombardi. La sua risposta era prudente e ben pensata. Sarebbe inopportuno nutrire le chiacchierate e polemiche dei giornali. Anzi, sarebbe schiocco fornire materiale per uno scandalo che in realtà non c´era, solo che ad alcuni piacerebbe avviarlo e farlo gonfiare nella massima misura. In realtà, quello che è successo non era per niente scandaloso. Il Papa è caduto e si è alzato.

Il giorno successivo uno della famiglia mi ha chiesto quale era il messaggio del Papa nell’omelia. Mi dovevo vergognare, perché non lo sapevo. Avendo cercato sull'internet, ho saputo tutti i dettagli sulla caduta. Non ho saputo niente, però, dell’omelia. Esattamente come i giornali del mio paese, mi sono lasciato trascinare da una stupidaggine, anziché prestare attenzione a quello che davvero importava. Nei giornali, lo zelo di gonfiare la chiacchierata è continuato anche oggi. Si sono scritte 3 righe della visita di Papa alla mensa di Sant´Egidio e più di 30 delle future misure di sicurezza papale. Questa volta, però, non solo che sono andato a cercare l’omelia della notte di Natale, ma anche le notizie e le parole dell’incontro con i poveri. Ed ecco, le due, anzi le tre cose avevano tanto che vedere una con l´altra. La caduta, l’omelia e la visita in Trastevere.

Padre Lombardi aveva spiegato che “è impossibile blindare il Papa e garantire sicurezza al 100 per cento anche perché la sua missione è quella di stare in mezzo alla gente.” Qua è il punto che unisce tutte le cose e che, infatti, importa. “Dio è veramente Dio con noi… ed il suo segno è la sua umiltà – si fa piccolo – diventa bambino,” ha detto il Papa nella omelia. E allora seguendo quest’esempio anche il Papa viene sempre in mezzo alla gente e corre il rischio dell'avvicinamento. E se lo tirano per terra, non ci presta troppa attenzione: con silenziosa umiltà si alza e lo fa presto appianare dal suo portavoce. Nei prossimi giorni di nuovo si fa presente fra la gente. Si fa presente fra i poveri. Si fa presente fra quelli che assistono alle persone bisognose.

I volontari di Sant´Egidio conoscono benissimo i rischi collegati con questo lavoro, difficilmente fattibile senza l’umiltà. In certo senso hanno esperienze simili a quelle di coloro a cui cercano di aiutare. Gli aiutati e pure quelli che aiutano sanno cosa significa incomprensione, rifiuto, umiliazione, derisione, volgarità, indisciplina, violenza… Da una parte lo sono i dolori che si soffrono per la triste situazione in cui si è trovati, dall'altra lo sono i rischi che si corrono quando si cerca di stare vicino alla gente. Se ne rende conto anche il Santo Padre, ma è fermo nella sua decisione di venire fra tutti per incoraggiare, assistere, spiegare… Affermando che i poveri sono il tesoro della chiesa ed ammonendo i fedeli a fare il loro meglio “perché nessuno sia solo, emarginato, abbandonato”.

Nella comunità di Sant´Egidio, dove ogni hanno ricevono cibo ed aiuto decine di migliaia dei bisognosi, hanno aggiunto un posto per Benedetto XVI. E lui è venuto, non sopravalutando i rischi, ma cercando di incontrare gli emarginati. A chi abbiamo aggiunto un posto durante questo tempo di Natale noi? Dimentichiamo la caduta. Ricordiamo il messaggio.

sobota 12. decembra 2009

Il Papa mi cacciò dalla poltrona


Trascorrevo una serata gradevole nella mia poltrona preferita. Guardando qualche telegiornale, mormoravo sulla cattiveria della gente, scuotevo la testa per la violenza e m’irritavo per la crudeltà di questo mondo. Non mi arrabbiavo troppo. Solo borbottavo di sfuggita. Grazie a Dio, io con queste cose non c´entravo. All’improvviso, uno guastò la confortevole atmosfera che stavo godendo. Era il Papa.

Il pontefice si rivolgeva alla gente che era venuta alla Piazza di Spagna. Alla festa dell’Immacolata, molti si sono uniti nella preghiera davanti alla Madonna. Benedetto benedirò il cestino tradizionale con le rose e cominciò un intervento che all’inizio mi parlava quasi dal cuore. „Ogni giorno“, ha osservato il Papa, „il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula...“ „Esatto,“ ho mormorato a me stesso, „il giornale di stasera era proprio così“. „Nelle città vivono“, ha continuato il Pontefice, „o sopravvivono persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. „Eh già,“ ho pensato nella comodità del mio seggio, „poveretti quelli che finiscono nelle mani dei media – sia le vittime di un incidente, sia le stelline dei show: li spremono fino alla ultima goccia, affinché ci sia qualcosa di ciò la gente può parlare.“

„I mass media“, ha detto il Papa a bruciapelo, “tendono a farci sentire sempre „spettatori“, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti „attori“ e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri.“ Mi sono sminuzzato sul piumino: „Certo, ma che c´entro io?“ Il pontefice, però, non mi ha dato nessuna possibilità per rimostrare: „La Madonna ci insegna ad aprirci all'azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati sfruttati… Non serve condannare, lamentarsi, recriminare, ma vale di più rispondere al male con il bene. Voglio rendere omaggio pubblicamente a tutti coloro che in silenzio, non a parole ma con i fatti, si sforzano di praticare questa legge evangelica dell'amore.” Sono rimasto seduto su quella poltrona ancora qualche minuto. Però, non ascoltavo più la televisione. Le mie gradevoli aspettative natalizie, collegate con telecomando e vassoio pieno di pasticceria, hanno incassato uno schiaffo.

Dove è rimasto l´aiuto alla Caritas, la cena per i senzatetto, costruzione del presepio per i bambini, il concerto parrocchiale, la tombola di beneficenza, la Buona novella per l’Africa, l’invito per il pranzo a qualcuno che è da solo…? Di colpo, tanti pensieri sono cominciati a girare nella mia testa. Involontariamente mi hanno dato una spinta, cacciandomi via dal seggio… E… voi… che dite di quel sofà, sul quale magari leggete questo blog? Sarà il vostro compagno natalizio privilegiato? Eppure lo cambiate per la compagnia della gente che ha bisogno di voi, del vostro aiuto, della vostra vicinanza, della parola buona? Se dai brontoloni passivi almeno una volta ci convertiamo ai cristiani veri, allora avremo l´opportunità di fare un’esperienza migliore di quella dell’appoggio di felpa improntato sulla nostra nuca; non finiremo con una digestione lesionata per colpa della zavorra di notizie e pasticcerie pesanti. Dicono che il Papa abbia criticato i media. A me sembrava un’altra cosa. Mi auguro che il mondo, non solo quel cristiano, trovi il nuovo coraggio di contrastare il male, facendo più bene, secondo l’invito del Benedetto XVI.

piatok 11. decembra 2009

La verità che non fa notizia


Andrea Tornielli aveva ragione. In un’intervista per l’agenzia Zenit, il Cardinale Barragán ha smentito di „aver mai dichiarato che agli omosessuali é preclusa la via che conduce in Cielo.“ Il cardinale ha spiegato che la sua dichiarazione é stata estrapolata dal contesto. Questa smentita, naturalmente, non è apparsa in alcun giornale. Le agenzie stampa, che prima gareggiavano per pubblicare le sue parole controverse, non si sono occupate della rettifica. Non mi ha sorpreso. Uno lo poteva aspettare. Inutile arrabbiarsi. Recentemente, però, mi ha sorpreso un’altra cosa. Mi era scappato un articolo „di precisazione“: quello di Feltri, riguardo al famoso caso Boffo.

Credetemi o no, seguo la stampa ogni giorno. Certo, non leggo tutto, però, cerco di dare occhio a tre o quattro fonti diversi, per assicurarmi di essere informato delle cose importanti. La rettifica di Feltri mi era scappata. All’inizio pensavo che fosse troppo lacunoso il mio sistema. Allora, avvertito da un amico, sono andato a cercare l’articolo sull’internet. Pensate che un cambiamento così importante in un caso così discusso lo dovete trovare subito, se mettete i nomi dei protagonisti principali nel Google? Andate a provarlo. Dovevo cercare almeno un quarto di ora prima che sono arrivato a qualcosa. L’internet ricorda benissimo le accuse di Feltri pronunciate contro di Boffo: noto omosessuale attenzionato dalla polizia, conosciuto come tale da Cardinale Ruini e Tettamanzi… Questo, uno lo trova subito. L´articolo „Boffo, ho avuto modo di vedere“, dove Feltri come se fra parentesi ammette, che dopo aver letto un „fascicolo“, Dino Boffo per lui non risulta più implicato in vicende omosessuali, tantomeno un omosessuale attenzionato, è quasi introvabile. Poi, come accenna Feltri in questo articolo, se Boffo avesse mostrato le carte, sarebbe ancora al Vertice di Avvenire…

Tutto lì. Niente di più. Non manca troppo per sostenere che era la colpa di Boffo: se avesse parlato chiaramente, non sarebbe successo niente. Non credevo i miei occhi. Come mai non ho notato questo cambiamento, anche se camaleontico, nei telegiornali? Come mai non ne ho letto nei press-monitoring? Sapete quanti commenti ha suscitato l’articolo sul sito del Giornale? Nove. Cinque di loro pertanto in favore di Feltri – addirittura con lodi per aver avuto il coraggio di pubblicare la „precisazione“. Incredibile. Nessuna vergogna, nessuna scusa, nessuna lacrima. Quasi un silenzio. Dove è rimasta la follia clamorosa dell'estate? Una persona pubblicamente colpita, una carriera insidiosamente rovinata. Con accuse che si dimostrano false. Naturalmente, questo non importa più. La verità bisogna offuscarla, dirla a voce bassa, ovvero nasconderla. Perché? È molto semplice. Non fa notizia.

piatok 4. decembra 2009

Chi entrerà nel Regno dei Cieli?


Voglio credere che Andrea Tornielli abbia ragione. Il vaticanista del Giornale sostiene che non può credere che il cardinale messicano Javier Lozano Barragán abbia veramente fatto le affermazioni riguardo agli omosessuali, pubblicate l’altro ieri sul sito Pontifex Roma. Secondo Tornielli le frasi attribuite al cardinale sono “con tutta probabilità un’indebita sintesi del suo intervistatore, forse ignaro del fatto che la Chiesa ha sempre distinto tra peccato e peccatore”. In quel caso la colpa sarebbe di Bruno Volpe, giornalista italiano del sito Pontifex. Volpe fece l’intervista con Barragán, l’ex-presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, nella quale il porporato presumibilmente serrò la porta del cielo per i gay: “Trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei Cieli”. Con una velocità fulminante, questa frase ha scatenato polemiche intorno a tutto il mondo. Padre Federico Lombardi, direttore dell’Ufficio Stampa della Santa Sede, ha cercato di annacquare le fiamme dicendo che Pontifex non sia il sito autorevole per le opinioni della Chiesa, specialmente riguardo alle tematiche così complesse e delicate come l´omosessualità. Per fornire la posizione ufficiale del Vaticano sulla tematica, Lombardi ha additato il paragrafo 2358 del Catechismo.

In questo modo il portavoce ha evitato di criticare direttamente l´alto prelato, il quale per il momento non era raggiungibile per l’eventuale smentita a causa di un minore intervento medico. Inoltre si sa, che Pontifex aveva precedentemente creato un caso simile, contorcendo le parole di un altro porporato messicano: l´anno scorso il cardinale di Guadalajara Juan Sandoval doveva fortemente smentire la citazione attribuita a lui da Pontifex. Secondo il sito, Sandoval aveva detto che l´ex-presidente messicano fosse stato responsabile per l´omicidio del cardinale Juan Posadas. Pontifex, però, non ha mai pubblicato le scuse, né correzioni dell’intervista. Voglio credere, che Andrea Tornielli abbia ragione. Magari Barragán non intendeva di condannare l´omosessualità come condizione, ma voleva solo ribadire che i rapporti sessuali tra le persone dello stesso sesso vanno contro la Bibbia e rompono i comandamenti di Dio. Magari Volpe misinterpretò le sue parole, tagliandole fuori contesto.

Purtroppo, c´è un altro problema, non di meno serio. La seconda parte delle affermazioni del cardinale contiene questa frase: “Non si nasce omosessuali, ma lo si diventa. Per varie cause, per motivi d’educazione, per non aver sviluppato la propria identità nell'adolescenza…” Nei suoi testi ufficiali, la Chiesa non entra, ovvero entra molto cautamente in questa polemica. Nessuno è finora stato in grado di fornire un´evidenza irrefutabile per quanto riguarda l´origine della condizione omosessuale. In conseguenza, la Chiesa lascia questa domanda per gli scienziati, affermando che la risoluzione non è fra le sue competenze. Possiamo credere che Bruno Volpe sia così irresponsabile che stravolge una dopo l’altra tutte le frasi di Barragán riguardo all’omosessualità? Voglio credere che Andrea Tornelli abbia ragione. Certamente, però, non vorrei essere nella pelle di padre Federico Lombardi…

štvrtok 3. decembra 2009

H.R. 3962 amended by Stupak


Public option. Una delle promesse elettorali d’Obama si sta avvicinando al suo compimento. Il Congresso statunitense ha ormai concesso la sua affermativa; adesso si discute nel Senato. I cittadini avranno una scelta più ampia riguardo alle aziende che forniscono l´assicurazione sanitaria: lo stato costituirà un’alternativa nazionale per rompere i monopoli locali che da tempi offrivano assicurazioni costose, difficilmente accessibili per il ceto coi redditi bassi. Secondo Fred Krugman, laureato della Nobel in economia, finora le aziende di successo su questo campo erano quelle che rifiutavano di dare aiuto a coloro che lo necessitavano di più. Molti soldi sparivano nei profitti, nei costi amministrativi troppo alti, nelle ricompense dei manager. La “public option”, voluta dalla maggioranza assoluta della gente ma anche dai medici, dovrebbe cambiare questo clima. Curiosamente, il dibattito intorno alla problematica ha pure cambiato un altro clima: quello d’opinione pubblica sull'aborto.

La discussione riguardo alla public option ha fatto risorgere il dibattito pro life, da qualche tempo sepolto sotto altre discussioni – tipo diritti e matrimoni gay. Bart Stupak, deputato del partito Democratico nel Congresso, è riuscito a far approvare un´ammendamento che dovrebbe restringere l´uso dei dollari federali per i finanziamenti degli aborti. Stupak segue la linea definita da ammendamento Hyde, approvato per vietare l´uso del denaro federale per gli aborti, restringendo così l´impatto del verdetto Roe vs. Wade, il quale nel 1973 aveva legalizzato l´interruzione di gravidanza negli Stati Uniti. L´ammendamento Stupak assicura che i fondi federali non saranno usati per gli aborti né daranno supporto ai progetti assicurativi che finanziano gli aborti, salvo i casi dello stupro, incesto o rischio mortale per la madre. Dai sondaggi dell'opinione pubblica è venuto fuori che la maggior parte degli americani è d´accordo con Stupak.

L´indagini del Washington Post, ABC News e CNN eseguite nello scorso novembre hanno parimenti mostrato che intorno a 60 per cento della popolazione degli Stati Uniti è contro i finanziamenti federali dell’aborto. Per la prima volta la gente pensa che le donne che vogliono abortire lo devono pagare dalla propria tasca. L´iniziativa pro vita sembra di aver ottenuto un chiaro successo. La Manhattan Declaration, manifesto ecumenico firmato da cattolici, ortodossi ed evangelici degli Stati Uniti in difesa della vita, matrimonio e libertà religiosa, ha recentemente raggiunto quasi 250 000 adesioni. Questi fatti mostrano che pure il presidente Obama, nonostante la sua conosciuta preoccupazione per i “diritti delle donne” dovrà riconsiderare alcuni aspetti della sua politica. Non è che i cattolici possono celebrare la vittoria. L´esito del dibattito in Senato è ancora molto incerto. In ogni caso, la prognosi di coloro che criticavano la forte leadership dei vescovi cattolici contro l´aborto come un´azione insensata, con possibile effetto contrario, era evidentemente sbagliata. H.R. 3962 in un ampio contesto dimostra che il rispetto per la vita umana diventa più condiviso nel modo di pensare degli americani.