sobota 12. decembra 2009

Il Papa mi cacciò dalla poltrona


Trascorrevo una serata gradevole nella mia poltrona preferita. Guardando qualche telegiornale, mormoravo sulla cattiveria della gente, scuotevo la testa per la violenza e m’irritavo per la crudeltà di questo mondo. Non mi arrabbiavo troppo. Solo borbottavo di sfuggita. Grazie a Dio, io con queste cose non c´entravo. All’improvviso, uno guastò la confortevole atmosfera che stavo godendo. Era il Papa.

Il pontefice si rivolgeva alla gente che era venuta alla Piazza di Spagna. Alla festa dell’Immacolata, molti si sono uniti nella preghiera davanti alla Madonna. Benedetto benedirò il cestino tradizionale con le rose e cominciò un intervento che all’inizio mi parlava quasi dal cuore. „Ogni giorno“, ha osservato il Papa, „il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula...“ „Esatto,“ ho mormorato a me stesso, „il giornale di stasera era proprio così“. „Nelle città vivono“, ha continuato il Pontefice, „o sopravvivono persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. „Eh già,“ ho pensato nella comodità del mio seggio, „poveretti quelli che finiscono nelle mani dei media – sia le vittime di un incidente, sia le stelline dei show: li spremono fino alla ultima goccia, affinché ci sia qualcosa di ciò la gente può parlare.“

„I mass media“, ha detto il Papa a bruciapelo, “tendono a farci sentire sempre „spettatori“, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti „attori“ e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri.“ Mi sono sminuzzato sul piumino: „Certo, ma che c´entro io?“ Il pontefice, però, non mi ha dato nessuna possibilità per rimostrare: „La Madonna ci insegna ad aprirci all'azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati sfruttati… Non serve condannare, lamentarsi, recriminare, ma vale di più rispondere al male con il bene. Voglio rendere omaggio pubblicamente a tutti coloro che in silenzio, non a parole ma con i fatti, si sforzano di praticare questa legge evangelica dell'amore.” Sono rimasto seduto su quella poltrona ancora qualche minuto. Però, non ascoltavo più la televisione. Le mie gradevoli aspettative natalizie, collegate con telecomando e vassoio pieno di pasticceria, hanno incassato uno schiaffo.

Dove è rimasto l´aiuto alla Caritas, la cena per i senzatetto, costruzione del presepio per i bambini, il concerto parrocchiale, la tombola di beneficenza, la Buona novella per l’Africa, l’invito per il pranzo a qualcuno che è da solo…? Di colpo, tanti pensieri sono cominciati a girare nella mia testa. Involontariamente mi hanno dato una spinta, cacciandomi via dal seggio… E… voi… che dite di quel sofà, sul quale magari leggete questo blog? Sarà il vostro compagno natalizio privilegiato? Eppure lo cambiate per la compagnia della gente che ha bisogno di voi, del vostro aiuto, della vostra vicinanza, della parola buona? Se dai brontoloni passivi almeno una volta ci convertiamo ai cristiani veri, allora avremo l´opportunità di fare un’esperienza migliore di quella dell’appoggio di felpa improntato sulla nostra nuca; non finiremo con una digestione lesionata per colpa della zavorra di notizie e pasticcerie pesanti. Dicono che il Papa abbia criticato i media. A me sembrava un’altra cosa. Mi auguro che il mondo, non solo quel cristiano, trovi il nuovo coraggio di contrastare il male, facendo più bene, secondo l’invito del Benedetto XVI.

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