utorok 20. októbra 2009

La fame nel mondo: che c´entriamo noi?



La fotografia di una bimba sudanese all’orlo d’esaurimento, che tenta di strisciare al campo alimentare delle Nazioni Unite (lontano circa un chilometro), ha scioccato il mondo intero nel 1994. Suo autore, il fotografo sudafricano Kevin Carter, era apprezzato con il premio Pulitzer. Scioccante, però, anche il racconto di Carter, che descriveva com’era scattata la foto. Carter, secondo le sue parole, aspettava più di 20 minuti un momento opportuno, osservando la bimba e l´avvoltoio, che attendeva in fondo. Sperava che l´uccello slargasse le ali – così la presa sarebbe stata ancora più impressionante. Alla fine, non é successo. Tutto il mondo chiedeva, che cosa inseguiva. Carter, però, non sapeva la risposta. Aver scattato la foto, il fotografo se n’andava, lasciando la bimba così, come l´aveva trovata. Aveva già visto troppe cose di questo genere...

Tre mesi dopo la polizia trovò il fotografo asfissiato nella macchina. Aveva attaccato una manichetta allo scappamento della sua pick-up, allungandola nella cabina del fuoristrada. Dalla lettera di congedo uno poteva capire, che Carter non riusciva più a lottare contro la depressione. Il mondo dei media subito fece uscire una notizia, che stroncava il codardo, perché non riusciva a sopportare la propria colpevolezza. Più innanzi, però, si potevano sentire alcune voci nella sua difesa: è troppo facile fucilare il messaggero! Che cosa, però, avete fatto voi, per cambiare le cose, per salvare almeno uno di questi bambini?

La lettura di queste poche righe vi è durata pressappoco un minuto. Nel frattempo sul nostro pianeta 12 bambini sono morti di fame. Fino a domani ne moriranno 16 mila in più. Che c´entra uno più o uno meno? La domanda vi fa arrabbiare? Secondo il rapporto della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l´alimentazione e l´agricoltura), ci sono attualmente nel mondo più di un bilione di persone, che soffrono dalla fame: la maggioranza di queste sono bambini. Un bilione e cinquecento milioni di uomini e donne devono farcela con un euro al giorno. Questo succede anzitutto in Asia, Africa suttosahariana ed in America latina. Che ne pensate? Per noi, Europei, questa gente è troppo lontana. Ciascuno deve risolvere i suoi problemi. Non è, che possiamo noi salvare il mondo. Semplicemente non possiamo aiutare tutti quanti…

In realtà, potremmo. Quanto è necessario per fornire il nutrimento sufficiente ad un bambino affamato? Io estimavo, che lo fossero due euro al giorno. In effetti, bastano 20 centesimi. Un paio di giorni fa, il 16 ottobre, abbiamo commemorato la giornata mondiale dell'alimentazione. In quest’occasione, il Santo Padre Benedetto XVI ha mandato una lettera al direttore generale della FAO, Jacques Diouf. Il papa lo incoraggia nell'aspirazione di salvare gli affamati nel mondo; insiste, che si dovrebbero aumentare gli investimenti nell'agricoltura dei paesi poveri. Invita tutti ad una solidarietà profonda ed aiuto fraterno. Infatti, lo stesso Jacques Diouf, al Sinodo Africano in Vaticano, aveva recentemente presentato un rapporto, che denunciava l´abbassamento degli aiuti internazionali: mentre il numero degli affamati ha raggiunto un nuovo massimo, le sovvenzioni alimentari sono cadute ad un livello bassissimo, mai visto prima.

Mentre per salvare la Wall Street, gli Stati Uniti avevano investito 700 bilioni di dollari e per la guerra in Iraq erano stanziati altri 600 bilioni, per la salvazione dei bambini affamati avrebbero bastato 3 bilioni. Ai paesi sviluppati, però, manca la volontà politica. Solo 0,7 per cento del reddito nazionale dei 20 paesi più ricchi basterebbe per procurare il cibo per tutti. Solo sei di loro, però, sono disposti a regalare questo frammento per la lotta contro la fame. Gli altri offrono ancora molto meno. Allora il Santo Padre fa quello che può, persuadendo i potenti a dare l´aiuto. Prossimamente parlerà della sicurezza alimentare il 16 novembre a Roma, al summit delle Nazioni Unite.

Il Papa lotta nel mondo dei grandi. Che cosa faccio io? Posso fare qualcosa? Vi aveva fatto arrabbiare la domanda se importa un bimbo morto di più o di meno? Poi certamente sí. Possiamo. Bisogna solo avere la buona volontà. Possiamo cominciare subito. Clickando ad esempio su www.freerice.com, dove c´è la possibilità di giocare e vincere il riso per i poveri. Uno può migliorare la conoscenza degli stati e delle capitali del mondo oppure allargare il lessico di una lingua straniera. Il tempo trascorso sull’internet così certamente non sarà perduto – si conquista anche il pasto per i poveri. Se i vostri bambini imparano l´inglese e se siedono troppo davanti allo schermo giocando, offriteli www.food-force.com; se vi piace fare dei filmati, provate anche voi di partecipare al concorso di you-tube chiamato “hunger bytes”.

Niente di quello? Bene, senza dubbio avete sentito della possibilità d´adozione di un bambino a distanza…. Un impegno troppo grande? Sareste stupiti, quanto poco può bastare. Ovvero ancora di meno: un sacco di riso madornale costa in Asia solo un paio d’euro, ma può salvare più di una vita… Il piccolo obolo di san Pietro può fare molto più di quello che sembra. Allora, facciamo un piccolo digiuno, risparmiamo qualche centesimo e proviamo ad associarci alle aspirazioni del pontefice? Oppure voltiamo la pagina e lasciamo il bambino lì, dove l´ho abbiamo trovato? Che c´entriamo noi?

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