pondelok 11. januára 2010

Giù le baracche a Rosarno.



I politici, sociologi ed economi sono d´accordo in una cosa: il futuro dell'Europa dal punto di vista della popolazione avrà tre possibili scenari. Il primo sarebbe quello dell’integrazione pacifica: immigrati che inondano il vecchio continente ne faranno tranquillamente una parte integrale. Questo, purtroppo, alla maggioranza degli estimatori sembra poco probabile. Il secondo scenario potrebbe portare al dominio degli immigrati in Europa: siccome questi superano molteplicemente gli autoctoni per quanto riguarda la fertilità, fra alcuni decenni li oltrepasseranno in numero e s’impossesseranno del potere governativo, facendo sparire Europa come la conoscevamo prima. La terza possibilità sarebbe quella dell'espulsione forzata degli immigrati come conseguenza dei conflitti e tensioni. Gli europei penetrati da paure e preoccupazioni adopereranno la forza, finché ancora ci riescano.

Le due ultime alternative sono certamente poco desiderabili. Ambedue significherebbero duri contrasti fra la popolazione contemporanea e gli afflussi degli avventori. Lo scenario più plausibile per tutti sarebbe il primo – l’integrazione pacifica. Angelo Scola, cardinale patriarca di Venezia sostiene che il flusso continuo degli immigrati nell'Europa ha iniziato un processo di congiunzione: meticcio al livello etnico, culturale, personale e nazionale. Questo processo va avanti da solo – se ci piace o meno. Bisogna, però, gestirlo attentamente per arrivare ad un’integrazione calma e piena degli immigrati. Come si fa? La prima condizione del meticcio culturale fra gli europei e gli avventori è l´accoglienza. Al prossimo posto si aggiunge tolleranza, rispetto per le regole, tradizioni e leggi. Segue mantenimento della propria identità, rispetto per la libertà e per i diritti fondamentali di coloro che sono diversi.

Questi giorni, purtroppo, in Italia sembra di effettuarsi in anticipo il terzo degli scenari elencati. La Calabria n’è una triste testimone. Gli operai – soprattutto dai paesi africani – che erano forzati di vivere in condizioni disumane, si sono rivolti. La bomba all'orologio a Rosarno è esplosa. Non è che la gente si sorprende. Una cosa simile, dicono molti, si poteva aspettare. Era solo una questione di tempo. C´è paura che Rosarno non rimarrà l´unico esempio. La risposta? In tanti casi sembra l´espulsione. Come mai si è arrivati a questo punto? Mi chiedo dove sono stati la società civile e tutti che vivono in questa regione... La situazione si peggiorava da dieci anni. La BBC ne aveva filmato un documento sconvolgente. I medici senza frontiere hanno denunciato le condizioni di grave disagio. Come mai nessuno ha deciso a cercare una soluzione? Con centinaia di immigrati viventi come animali… Senza bagni, senza riscaldamento, senza elettricità, senza niente. A nessuno è venuto in mente che si dovrebbe costruire loro qualche dimora dimessa?

Non è vero che questi poveri braccianti facevano lavori sui campi, che la raccolta degli agrumi difficilmente si sarebbe potuta fare senza di loro? Non è vero che erano sfruttati? Pagati al massimo 20 euro al giorno? Adesso ci meravigliamo che alla fine si sono arrabbiati, che hanno perso i nervi per una stupidaggine dei ragazzi? Non possiamo giustificare né accettare la loro violenza. Ma se desideriamo un´integrazione pacifica di coloro che vengono a riempire la lacuna numerosa formata nella popolazione europea, per forza li dobbiamo trattare come persone umane – come del resto ha sottolineato il vescovo di Roma, durante la preghiera dell'Angelus questa domenica. Parliamo dell'integrazione, discorriamo dell'accoglienza, del meticcio, della libertà, dei diritti, del rispetto… Ma dove siamo stati noi, che predichiamo queste cose? Dove sono stati i nostri fratelli cristiani? Il caso degli operatori in Calabria è un robusto impulso per fare qualche esame di coscienza.

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